Il frumento duro siciliano

È la coltura cardine dei sistemi agricoli erbacei dell’isola
È coltivato su una superficie di
oltre 280.000 ha.
Rappresenta il
23%
della produzione nazionale complessiva
La Sicilia è la
2a
regione italiana per produzione di frumento duro biologico

In Sicilia, oggi c’è una condizione di crisi che appare ormai cronica. Alcuni problemi rilevati

Competizione elevata di alcuni Paesi terzi

Importazione di materie prime e prodotti trasformati

Organizzazione della filiera poco efficiente

Bassa capacità delle imprese agricole e di trasformazione siciliane di valorizzare le proprie produzioni, sia sul mercato interno che sui mercati internazionali

Sistema di produzione

Nella produzione in campo, gli agricoltori manifestano la necessità di disporre di metodi di coltivazione più idonei, rispetto a quelli comunemente utilizzati per i frumenti moderni, a valorizzare le peculiari caratteristiche agronomiche dei frumenti antichi e quindi in grado di garantire il raggiungimento di soddisfacenti livelli produttivi e qualitativi, limitando al contempo l’impiego di input ausiliari. Ciò si tradurrebbe nella riduzione dei costi energetici ed economici associati alla coltivazione e, pertanto, nell’aumento della redditività dell’attività agricola

Industria molitoria e pastaria

Nella produzione in campo, gli agricoltori manifestano la necessità di disporre di metodi di coltivazione più idonei, rispetto a quelli comunemente utilizzati per i frumenti moderni, a valorizzare le peculiari caratteristiche agronomiche dei frumenti antichi e quindi in grado di garantire il raggiungimento di soddisfacenti livelli produttivi e qualitativi, limitando al contempo l’impiego di input ausiliari. Ciò si tradurrebbe nella riduzione dei costi energetici ed economici associati alla coltivazione e, pertanto, nell’aumento della redditività dell’attività agricola

Consumatori finali

I consumatori finali, in ultimo, esprimono con sempre maggiore frequenza l’esigenza di poter disporre di una più variegata offerta di cibi buoni e salubri, riconoscibili, con una forte identità territoriale e ottenuti nel rispetto dell’ambiente e della dignità del lavoro dell’uomo. Inoltre, un crescente interesse destano i prodotti cosiddetti “funzionali”, cioè quegli alimenti in grado di espletare, parallelamente alla funzione nutritiva, anche funzioni salutistiche, altamente benefiche per l’organismo.

Come risolvere queste criticità?

Alla luce di quanto detto, si ritiene opportuno, come peraltro indicato dal fabbisogno FOl riportato nel PSR Sicilia 2014-2020, implementare un’articolata attività di trasferimento della conoscenza dal mondo della ricerca a quello dell’impresa ai fini della diffusione dell’innovazione (di processo e di prodotto) lungo tutti i segmenti che compongono la filiera del frumento duro in generale e dei frumenti antichi siciliani in particolare, si da offrire nuove opportunità alle imprese siciliane operanti all’interno di essa, migliorandone le prestazioni economiche in un’ottica di incremento della sostenibilità ambientale dei processi produttivi.

Nuovi sforzi per migliorare e promuovere l’innovazione della filiera cerealicola siciliana

Sebbene alcune criticità siano di tipo strutturale e pertanto difficilmente risolvibili, esistono ampi margini per l’efficientamento e la crescita della filiera cerealicola regionale. Di conseguenza, è possibile aumentare la competitività delle imprese siciliane operanti nei suoi diversi segmenti. Per ottenere questi risultati, non basta solamente confidare nella bontà e salubrità delle produzioni frumenticole siciliane, per quanto tali caratteristiche rappresentino i presupposti imprescindibili ai fini della loro valorizzazione economica.
Piuttosto, bisognerebbe da un lato aumentare gli sforzi per migliorare l’organizzazione della filiera, e dall’altro promuovere l’innovazione, con l’introduzione, nelle diverse realtà aziendali operanti all’interno della filiera stessa (aziende agricole, molini, pastifici), di processi di produzione ad alta efficienza e ad accresciuta sostenibilità economica, energetica ed ambientale. È questo l’obiettivo ultimo che il progetto Fisipro si pone.